lunedì, maggio 29, 2006

salernitana - genoa 2 - 1


aiutooooooo



Hai un momento Dio?
No, perché sono qua, insomma ci sarei anch'io.
Hai un momento Dio?
O te o chi per te, avete un attimo per me?
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domenica, maggio 28, 2006

PLAY OFF e ridiamoci su!


"Caso Buffon:a seguito dell'ammissione di genoanita' da parte del portiere della Juventus,indagato sulle vicende del calcioscommesse,è data per certa una penalizzazione di -3 punti alla societa' Genoa 1893 CFC da scontare il prossimo campionato"
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domenica, maggio 21, 2006

SENTENZA SCRITTA PRIMA DEL PROCESSO


21/05/2006 10.27 «La sentenza che spedì il Genoa in C scritta prima di fare il processo» (Il Giornale) La perizia della Procura di Genova darebbe ragione alla denuncia di Preziosi.



Di mandare il Genoa in serie C, lo scorso anno, non l'ha deciso un processo.

Lo aveva già deciso qualcuno, la sentenza era già stata scritta, prima ancora che il processo iniziasse.
È la verità che un pool di periti ha accertato su incarico della procura della Repubblica di Genova che aveva aperto un'inchiesta sulla denuncia del presidente rossoblù Enrico Preziosi che, grazie al suo avvocato Maurizio Mascia, aveva scoperto qualcosa di sospetto negli atti della Figc.
Ricevendo dalla Federcalcio la documentazione sulla sentenza di condanna tramite una mail con alcuni file allegati, il legale aveva notato come quello contenente la sentenza della Caf risultasse scritto e aperto l'ultima volta il 3 agosto, cioè due giorni prima che iniziasse il processo di appello e cinque giorni prima che venisse resa nota la sentenza.
Il processo, per la cronaca, era quello già contestato «a caldo» da Preziosi, in cui giudici della Caf sbadigliavano, parlottavano tra loro e qualcuno si scambiava anche bigliettini sospetti. Sui pezzetti di carta buttati nel cestino e recuperati dagli avvocati del Genoa erano scritte frasi di scherno su Preziosi e persino la condanna da infliggere alla squadra appena promossa in serie A.
Condanna poi effettivamente contenuta nel testo del file «prestampato».
Preziosi aveva presentato la denuncia nello scorso settembre, accompagnandola con una prima perizia di parte che dimostrava la tesi del processo farsa.
Il procuratore genovese però aveva chiesto a veri esperti del settore di verificare, rivolgendosi persino alla Microsoft per conoscere i codici segreti del programma con il quale era stato scritto il file, in modo da analizzarlo a fondo ed escludere possibili manomissioni.
Poi aveva assegnato ad alcuni consulenti esterni l'incarico di stabilire definitivamente la verità. E in questi giorni sono arrivate le prime anticipazioni della perizia, che verrà probabilmente depositata entro un paio di giorni.
Le indiscrezioni sono univoche: il file con la sentenza della Caf era stato già scritto prima dell'inizio del processo e nessuno l'aveva più riaperto.
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mercoledì, maggio 17, 2006

LA RIVINCITA DEI TIFOSI ROSSOBLU



da Real soccer

di Giulio Ravedati


Probabilmente la Genova rossoblu avrebbe fatto a meno delle scuse postume di mezza Italia calcistica per la condanna durissima inflitta al Genoa nella passata stagione.

La realtà però dice che la serie C è ancora l’ amara minestra che la gente della squadra più antica d’Italia è costretta a ingoiare. Sarebbe bastato non farsi superare in extremis dallo Spezia per poter, già ora, vantare crediti che, oggettivamente, spettano soprattutto alla città ed alla calda tifoseria rossoblu.

Tra i supporters si stanno infatti già facendo strani calcoli sulle disgrazie altrui sognando una serie A “pulita” nella quale possano trovare spazio, oltre naturalmente al Grifone, altre società blasonate e amiche dei rossoblu come il Torino ed il Napoli.

Auspicare un calcio migliore è doveroso e legittimo ma occorre non perdere di vista l’appuntamento sportivo che vede il Genoa impegnato nei playoff e obbligato ad arrivare fino in fondo.
Mister Vavassori lo sa perfettamente e sta già lavorando sull’aspetto mentale della squadra anche se l’ennesima beffa dello slittamento di una settimana della semifinale con la Salernitana (o chi per essa…..) rischia di complicare i piani di preparazione ad un’appendice che nessuno avrebbe mai immaginato di dover affrontare.
Arrivano comunque buone notizie dall’infermeria che è finalmente vuota e la Società, visto che il periodo di inattività della squadra dalla fine del campionato ai playoff toccherà le tre settimane sta valutando l’ipotesi di far disputare all’undici rossoblu alcune amichevoli.

Sul fronte tifosi, intanto, si sta preparando la trasferta in Campania, all’Arechi, la cui capienza, per aggirare gli obblighi di sicurezza imposti dal decreto Pisanu è stata ridotta a 9.999 posti. Questo, però, è un problema della società granata che tocca marginalmente la Tifoseria Organizzata rossoblu cui spetta, comunque, anche in caso di capienza allargata, il settore ospiti dello stadio campano.

Anche per il ritorno vi sono alcuni problemi legati al fatto che la gara non è inserita nell’abbonamento e in considerazione del fatto che il Genoa ha un numero di abbonati da grande squadra di serie A le lamentele non sono mancate.
La Società, giustamente, ha spiegato che è la Lega di C che organizza i play-off (e decide il prezzo dei tagliandi) e che non può trovare alcun rimedio a questa ennesima, assurda, situazione.
Il patron Enrico Preziosi sta comunque valutando la possibilità di rimborsare in qualche maniera i tifosi che pagheranno i biglietti dei play-off , probabilmente scontando il prezzo dalle tessere della prossima stagione.

Il popolo del Grifone è comunque in fermento e, oltre ad essere animato dal consueto viscerale amore per la squadra, sente che se giustizia trionferà (una volta tanto!!!), potrebbero aprirsi scenari fino a poco tempo fa impensati.
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martedì, maggio 16, 2006

APRITE LE PORTE...


Irrompono sulla scena del calcio-scandalo anche precedenti vicende di club caduti in disgrazia (e in B) che in qualche misura ora chiedono giustizia.
L'ex presidente del Bologna, Gazzoni Frascara attacca Carraro e Della Valle: «Quando per le elezioni in Lega io avevo 14 voti e Carraro 4, allora Galliani e Giraudo comprarono con l'aiuto di Dal Cin i voti della serie B per 200 milioni di lire e la situazione si rovesciò. Mi vergogno di essere italiano».
Importante l'azione del consiglio comunale di Bologna (ma si sono mossi anche Genoa e Como) che ieri sera ha approvato all'unanimità un ordine del giorno nel quale si «chiede alle autorità competenti, e al Governo che sta per nascere, di adottare immediati ed urgenti provvedimenti per risanare il calcio».
Non solo: viene perorata la causa del club calcistico perché, «constatato che la città di Bologna e la sua società calcistica risultano oggettivamente danneggiate dalle vicende oggetto di indagine, come giustamente denunciato più volte dall'ex presidente Gazzoni e dal presidente attuale (Alfredo Cazzola, ndr), chiede che, una volta accertato il carattere ingiusto del danno prodotto, siano presi provvedimenti adeguati di risarcimento e, prima di tutto, la ricollocazione della squadra in serie A».
Chiarissimo il sindaco Cofferati: «Se il Bologna verrà risarcito io ne sarò particolarmente contento. Se verrà azzerato lo scorso campionato per chi lo vinse, bisogna fare altrettanto con chi retrocesse e subì gli effetti negativi più pesanti».
Gli ha fatto eco il consigliere regionale Salomoni (Forza Italia): Il Bologna va reintegrato al più presto in A».
Quindi la vicenda Genoa, passato dalla promozione in A alla retrocessione in C1, presidente Enrico Preziosi.
Ha detto l'avv. Sergio Maria Carbone: «Non voglio il male degli altri, voglio però sia fatta giustizia nei nostri confronti.
La giustizia sportiva, il sistema ordinamentale dello sport e del calcio deve essere cambiato alle radici».
Chiaro anche Aldo Spinelli, al vertice del Livorno, ma già n.1 genoano: «Da questo calcio bisogna uscire una volta per tutte, ma puliti perché a pagare non deve essere solo il Genoa.
La pulizia deve partire da Roma, che in questi anni non era controllata da nessuno».
Enrico Preziosi è addirittura passato dal caso Como a quello del Genoa e ieri ha dato la propria lettura delle varie vicende.
«A Como sono successe cose che sono davanti agli occhi di tutti. Basta riguardarsi le partite di quella stagione che hanno portato alla nostra retrocessione. Ero l'unico che diceva qualcosa contro quel sistema che adesso è scoppiato. Tutti prendevano le distanze e dicevano che erano solo farneticazioni e ancora nessuna procura ha raccolto il mio allarme».
Poi il Genoa: «Carraro dice che la giustizia sportiva ha tempi rapidi. Ma quali? Quelli che hanno spedito in C1 il Genoa in maniera fulminea, quelli che ci hanno tolto tre punti in classifica per il caso Ghomsi, o quelli che hanno tenuto in sospeso per mesi e mesi situazioni come quella che è scoppiata in questi giorni?
La giustizia è rapida solo in certi casi, in altri è lentissima.
Vorrei vincere sul campo, ma attendo che ricelebrino un processo farsa».
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lunedì, maggio 15, 2006

Quando Zeman...




Zdenek Zeman, ai microfoni di Radio Centro Suono Sport, parla dello scandalo che sta travolgendo il mondo del calcio. "Moggi? Dirà che non è successo niente - ha detto il boemo - Io penso che quello che è successo basta e avanza. Non è lui che smette, devono essere gli altri a impedirgli di fare calcio. Io non mi sorprendo la situazione è gravissima. La domanda è se si vuole cambiare. Io credo di no".
Lo scandalo delle intercettazioni telefoniche non ha sorpreso il tecnico boemo, che aveva detto più volte che qualcosa, in questo sistema, non andava per il verso giusto. E la 'guerra' tra la Triade e Zeman partì molti anni fa, quando quest'ultimo iniziò a sospettare di certi meccanismi, come il 'fenomeno' doping o i favoritismi arbitrali a favore della stessa Juventus. Intervistato da Radio Centro Suono Sport, Zeman conferma di non essere affatto stupito dal terremoto che sta sconvolgendo il mondo del calcio, soprattutto nel giorno dell'interrogatorio dell'ex direttore generale del club bianconero Luciano Moggi: "Lui si andrà a difendere e dirà che non è successo niente - spiega - io penso che quello che è successo basta e avanza. Non è lui che smette, devono essere gli altri a impedirgli di fare calcio. Oggi la situazione è gravissima, bisognerebbe approfittare della situazione per cambiare, ma la domanda è se si vuole farlo. Perchè non è tanto cambiare le regole che ci sono, ma bisogna farle rispettare". A questo punto il dubbio di Zeman riguarda la volontà, da parte di tutti gli organi competenti, di voltare pagina e ripartire da zero: "Tutte le parti sono colluse con questo sistema, io ho sempre detto che il sistema non è giusto, che si sono persi tutti i valori e dalle intercettazioni che sono uscite finora c'è una conferma del mio pensiero". C'è chi vedrebbe bene il boemo sulla panchina della Nazionale italiana: "Sarebbe un onore per tutti, ma penso di non essere il più adatto - dice - ora bisogna affrontare la situazione. Lippi? Alla Domenica Sportiva io dissi che il sistema doveva cambiare e lui rispose che si doveva stare zitti. Ripeterei la stessa cosa, lui non so".
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domenica, maggio 14, 2006

IL METODO GENOA



Di Massimo Donelli dalla Gazzetta dello Sport di oggi.

Caro direttore prometto che non ruberò molto tempo ai lettori del tuo giornale e a te.
Mi limito, però, a chiedere un minimo di attenzione da parte di tutti gli organismi federali che, a vario titolo e a vari livelli, si occupano di giustizia sportiva. A questi solitamente invisibili signori (a proposito, non sarebbe bene avere la diretta tv dei processi?) vorrei vivamente raccomandare un medoto. No, non il metodo Ciampi di cui si è molto parlato nei giorni scorsi e che, come ormai tutti sanno, richiede la buona volontà di due parti contrapposte (che , difatti, è venuta meno).
No, io parlo del metodo Genoa.
Per applicare il quale non serve nemmeno la buona volontà: basta copiare.
Che cos'è il metodo Genoa? Risposta facilissima: hai sbagliato, paghi. Duramente. E subito, alla velocità della luce. Senza aspettare non dico il processo penale, ma nemmeno la conclusione dell'indagine della magistratura ordinaria.
Il metodo Genoa, già molto ben collaudato l'anno scorso giusto di questi tempi, è semplicissimo: ti sbatto in C1, ti becchi tre punti di penalizzazione e ti rimane solo da rimboccare le maniche per risalire.
Ecco caro direttore. Chiaro no? Lì per lì si sta malissimo, da bestie, tutti quanti (specie i tifosi). Ma poi.... Poi il metodo Genoa diventa un toccasana, Rigenera, credimi , un campionato di C1. Brucia ogni colpa e ogni vergogna. Cancella tutti i peccati. E ti permette di rialzare la testa, di affrontare gli sguardi degli altri, così feroci e irriverenti quando la tua squadra è finita nella bufera.
Come vedi noi genoani abbiamo maturato una certa esperienza. E saremo molto felici di mettarla a disposizione delle altre tifoserie inzaccherate da dirigenti e giocatori molto più ... preziosi dei nostri. Ho scritto saremo, direttore.Non ho scritto saremmo.Perchè siamo convinti, sulla nostra pelle, che la giustizia sportiva non guarda in faccia a nessuno.
Nemmeno a chi, some noi, ha vinto molti scudetti (nove). Ovviamente, poi siamo altrettanto certi che la giustizia sportiva è uguale per tutti. E che, di conseguenza, il metodo Genoa verrà implacabilmente applicato.
O no?
Massimo Donelli Direttore di "Sorrisi e canzoni"
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mercoledì, maggio 10, 2006

Juventus, venti le gare sospette

Altri tre club sarebbero coinvolti

Nuovi e inquietanti scenari continuano ad emergere dalle indagini della Procura di Napoli.
Secondo il quotidiano "Il Resto del Carlino" gli indagati sarebbero almeno trenta e poco più di venti le partite del campionato 2004-2005 (vinto dalla Juventus), finite sotto la lente degli investigatori.
Ma non solo: sarebbero almeno tre i club coinvolti, oltre ad arbitri, dirigenti, giocatori ed allenatori.
Uno tsunami si sta abbattendo sul calcio italiano.
La Procura di Napoli, infatti, avrebbe in mano elementi scottanti che possono riscrivere la storia del campionato 2004/05.
Gli elementi raccolti a Napoli sarebbero infatti in grado di offrire valutazioni meno frammentarie sulla presunta organizzazione di combine e accordi illeciti durante il campionato di calcio 2004-2005.
Nelle prossime ore è previsto anche un nuovo vertice tra i magistrati napoletani (che indagano per associazione per delinquere e frode) e i colleghi romani (che ipotizzano illecita concorrenza, violenza e minacce).
Indagini destinate ad imprimire inevitabili ripercussioni anche sotto il profilo disciplinare.
Possibile ipotizzare scenari ad effetto.
Il materiale sequestrato a Napoli potrebbe addirittura rimettere in discussione le competizioni sportive dello scorso anno, a cominciare dallo scudetto 2004-2005 vinto dalla Juventus, come hanno spiegato in questi giorni esperti di diritto sportivo.
Ma nel calderone non sarebbe coinvolta solo la Juventus.
A tremare è gran parte del calcio nostrano. Innanzitutto tre altri club di A sarebbero coinvolti: secondo il Resto del Carlino uno è il Messina, mentre gli altri due sono società lombarde (Inter, Milan, Atalanta e Brescia erano al via dello scorso torneo).
Ma anche dirigenti, arbitri, procuratori, giocatori e persino giornalisti sarebbero coinvolti nel grande calderone.
Anche Franco Carraro sarebbe stato intercettato, ma allo stato delle cose sembrerebbe che il presidente dimissionario della Figc non risulti indagato e che il suo ruolo in quest’inchiesta sia assolutamente marginale.
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martedì, maggio 09, 2006




Preziosi: «Se il sistema è malato il suo capo deve andarsene»
- di Luca Russo -
«Le dimissioni di Carraro? Un atto dovuto se il sistema è malato, lui non può considerarsi estraneo ad esso». Non è per nulla stupito il presidente rossoblù Enrico Preziosi del clamoroso sviluppo della vicenda dell calcio scandalo con l'uscita di scena del presidente della Figc.
«Adesso tutti sparano su di lui e su Moggi - ha aggiunto Preziosi che in passato in un gioco aveva raffigurato Carraro come l'uomo nero - ma è troppo semplice farlo adesso che sono “morti”.
Bisognava avere il coraggio di farlo prima.
Io l'ho fatto e per questo ho pagato prima con il Como poi con il Genoa».
Ma Preziosi non si ferma e rinfaccia ai potenti del calcio altre ritorsioni.
«Fui il primo presidente di “Gioco Calcio” la nuova piattaforma televisiva che non riuscì a decollare perché dava fastidio - ha aggiunto - E ora il mondo del calcio non ha potuto fare a meno di aprire un'inchiesta». Preziosi si augura che emergano importanti novità anche sul Genoa.
«Adesso è chiaro a tutti il modo in cui siamo stati giudicati addirittura con una sentenza scritta prima - ha concluso -
Il Genoa è della Gea?
Ma non scherziamo. Io sono l'unico presidente del calcio italiano assieme a Moratti che nel calcio i soldi li mette anziché portarli via come fanno gli altri».
Dopo il pareggio della Juve con il Como, Moggi mi disse , e poi il Como retrocesse".


GAUCCI - "Le dimissioni di Carraro? Sto festeggiando, sto brindando...", è euforico Luciano Gaucci da Santo Domingo alla notizia dell'addio del capo della federcalcio. "Quante volte ho detto che si doveva dimettere? - ha continuato l'ex patron del Perugia -. Quante volte ho detto che l'anima nera delle anime nere era lui, con Geronzi e con la Gea? Ora tutti quanti riconoscono queste cose". Poi sul banchiere Cesare Geronzi: "Geronzi è uno degli uomini più ricchi d'Italia. Ma come si è arricchito in quella maniera? Tutte le decine di milioni di euro che ha preso da me, dove sono? Nelle sue tasche. Tutte le centinaia di milioni di euro che ha preso dagli altri dove sono? Nelle sue tasche. E allora perchè Geronzi non viene ammanettato come merita e con lui Carraro, lo stesso Moggi e tutta la Gea?. Se ci si mettesse un cane qualunque al posto di Carraro sarebbe meglio, perchè lui era corrotto e il cane non lo sarebbe".
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lunedì, maggio 08, 2006

CARRARO CARRARO... A CASA


Adesso che è stato colto nel sacco...
Ma il bubbone più grosso deve ancora scoppiare...
Ma belin! Dovete ridarci la serie A che ci avete rubato!!! L A D R I !
Che peste vi colga tutti!
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domenica, maggio 07, 2006

Play offs

Oggi se tutto fosse andato come doveva saremmo già in B.
Invece siamo ancora qui a sudarcela.
La classifica dice
Spezia 63 Promossa in B
Genoa 56 seconda
Monza 56 terza
Pavia 54 quarta
Teramo 53 quinta

Play Offs: 21/05/2006 ore 16.00
Teramo-Genoa
Pavia-Monza


Fino all'ultimo respiro...

GENOA GENOA GENOA GENOA GENOA GENOA

e per i contestatori del ca..o, STATEVENE A CASA! NE FACCIAMO A MENO DI GUFI!
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Xavier Jacobelli




Bologna, 4 maggio 2006 -
Ancora non sappiamo chi sarà il nuovo sottosegretario ai Beni Culturali con delega allo sport nel nuovo governo Prodi. Chiunque sia, la prima cosa che dovrà fare sarà imporre al presidente del Coni di commissariare la Federcalcio, mandare a casa Carraro, fare piazza pulita di un sistema decotto che una volta per tutte deve essere spazzato via. Se, nei piani del Palazzo, questa brutta storia delle intercettazioni telefoniche doveva essere lo strumento per liquidare Innocenzo Mazzini, qualcuno ha sbagliato i calcoli. Sia perchè a mano a mano che filtrano le indiscrezioni, la "colpa" del vicepresidente federale sarebbe stata quella di esprimere giudizi durissimi sul conto del suo Numero Uno. Sia perchè lo stesso Numero Uno ha altre gatte da pelare, come dimostra l’inchiesta sui bilanci federali aperta da Guariniello, di cui riferisce Giulio Mola nel suo dettagliato resoconto. Per non parlare della ritardata mossa Collina, designato a far parte della commissione Uefa al posto di Pairetto. Al quale mai e poi mai Carraro avrebbe dovuto affidare l’incarico europeo dopo la disastrosa gestione delle designazioni in tandem con Bergamo. Pairetto è l’anello debole della catena e ha già pagato in sede Uefa le numerose telefonate con Moggi sul tema arbitri stranieri nelle coppe europee, intercettate dall’implacabile Guariniello che le ha subito trasmesse a Nyon. Anche per evitare il rischio che prendessero polvere a Roma. Sì, perchè Carraro ci dovrebbe spiegare come mai il plico del giudice torinese gli è stato consegnato il 13 marzo e ci sono voluti quasi due mesi perchè finalmente scoppiasse il bubbone. Carraro ci deve spiegare che fine hanno fatto le intercettazioni telefoniche sul calcioscommesse 2005, trasmesse quattro mesi fa dai magistrati genovesi alla giustizia sportiva che ha massacrato il Genoa e solo il Genoa. Carraro ci deve spiegare che cosa risulta alla giustizia sportiva dell’inchiesta sulla Gea, delle durissime accuse di Gaucci. Per favore, faccia in fretta, prima che arrivi il commissario.
Xavier Jacobelli
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sabato, maggio 06, 2006

Dal GIORNALE

Noi in C1, loro almeno in «prima»
- di Redazione -

E adesso gustiamoci quanto accadrà dopo la pubblicazione delle notizie «bomba» apparse in questi ultimi giorni relative al candido mondo del calcio. Sono curioso di vedere come andrà a finire, ma soprattutto la durata dei processi, l'entità delle pene, e l'eventuale allargamento degli illeciti e degli imputati.Il Genoa per una partita di calcio è finito in C1 con tre punti di penalità nel breve volgere di venti giorni (prima sentenza);
a quanto si legge sui quotidiani (che come vuole la costituzione prenderò per vero solo ed esclusivamente a processo terminato), la Juventus dovrebbe finire in prima categoria se non essere radiata. Stiamo a guardare, e vediamo se magari l'inchiesta si allarga coinvolgendo anche altre squadre e tifoserie.Colgo l'occasione per salutare tutti i moralisti che sul caso Genoa hanno sparato a zero e speso parole, sentenze e moralismi di ogni genere:
forse non sono il Genoa e Preziosi gli unici mali e peccatori in questo panorama calcistico «dorato» (nel quale rientrano anche «torte e tortine» realizzate nell'attuale stagione in corso); e forse un giorno i suddetti signori potrebbero svegliarsi in qualche serie minore.
Cordiali saluti «seduto in riva al fiume».
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GIRAUDO:"Non siamo nemmeno stati informati, è una violazione dei diritti dei cittadini"


ahahahaahah
UNA RISATA VI SEPPELLIRA'

Ma quando l'estate scorsa eravamo noi a dirlo, come mai che non han voluto sentir ragioni e ci hanno sbattuti in serie C???
Noi genoani PRETENDIAMO che ci sia una giustizia ESEMPLARE come quella che è stata usata per noi.
Mi rivolgo anche ai vari lari e arena di turno.
Dov'è finita tutta la CELERITA' che avete usato con noi per spedirci all'inferno?
Carraro fatti un esame di coscienza anche tu.
VERGOGNATEVI TUTTI!
DOVETE DIMETTERVI TUTTI!

POVERA ITALIA CORROTTA!
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giovedì, maggio 04, 2006

TUTTI IN C!

Conversazioni tra Moggi e ...
Pairetto: «Pronto»
Moggi: «Gigi? Dove sei»
Pairetto: «Siamo partiti»
Moggi: «Oh, ma che c... di arbitro ci avete mandato?»
Pairetto: «Oh, Fandel è uno dei primi...»
Moggi: «Ho capito, ma il gol di Miccoli è valido»
Pairetto: «No»
Moggi: «Sì, come no? (...) Ma poi tutto l’andamento della partita ha fatto un casino a noi»
Pairetto: «Gli assistenti non mi sono piaciuti molto, in assoluto, no, ma stavo pensando ad un altro, quello che aveva alzato era quello di Trezeguet che mi ricordo davanti»
Moggi: «Quello è un altro discorso. (...) Ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?»
Pairetto: «Porco Giuda, mamma mia, questa veramente dev’essere una partita...»
Moggi: «Ma no, ma si vince, ma sai, si dice...»
Pairetto: «Ma questi sono scarsi» Moggi: «Però con uno come questo qui resta difficile, capito?» (...)
Moggi: «Oh, a Messina mandami Consolo e Battaglia»
Pairetto: «Eh, l’ho già fatta»
Moggi: «E chi ci hai mandato?»
Pairetto: «Mi pare Consolo e Battaglia»
Moggi: «Eh, con Cassarà, eh?»
Pairetto: «Sì»
Moggi: «E a Livorno, Rocchi?»
Pairetto: «A Livorno Rocchi, sì»
Moggi: «E per il Trofeo Berlusconi Pieri, mi raccomando»
Pairetto: «Non l’abbiamo ancora fatto»
Moggi: «Lo facciamo dopo»
Pairetto: «Vabbò, lo si fa poi»
Moggi: «Pronto?»


Morena: «Signor Moggi buongiorno. Volevo comunicarle arbitro e assistenti per la partita di Champions League di domani sera»
Moggi: «L’arbitro chi è, Cardoso? »
Morena: «No, io vedo arbitro Poll Graham»
Moggi: «Uhm» Moggi: «Di dov’è l’arbitro...»
Morena: «È inglese» (...)

Pairetto: «Pronto»
Moggi: «Buongiorno»
Pairetto: «Ohilà buongiorno»
Moggi: «Oh, all’anima di Cardoso, eh?...» Pairetto: «Eh»
Moggi: «Paul Green (in realtà è l’arbitro Graham Poll, ndr)»
Pairetto: «Come?»
Moggi: «Paul Green»
Pairetto: «Allora è successo qualcosa all’ultimo momento, io ho Cardoso, è successo qualcosa... si vede che è stato male o qualcosa del genere»
Moggi: «Informati, informati un momentino»
Pairetto: «Sì sì, verifico subito»

Moggi: «Pronto»
Pairetto: «Ehilà, lo so che tu ti sei scordato di me, mentre io mi sono ricordato di te»
Moggi: «Ma dai» Pairetto: «Eh, ho messo un grande arbitro per la partita di Amsterdam».
Moggi: «Chi è?» Pairetto: «Meier»
Moggi: «Alla grande»
Pairetto: «Vedi che io mi ricordo di te anche se tu ormai...»
Moggi: «Ma non rompere, adesso vedrai, quando ritorno, poi te lo dico io se mi sono scordato»


Conversazione tra Moggi e Giraudo

Giraudo: «Lo vediamo subito come tira, tu hai qualche notizia di come tira l'aria, lì a Sportilia?»
Moggi: «Bene, bene con Gigi (Pairetto, ndr)»
Giraudo: «Ma non è come l'anno scorso?»
Moggi: «No, no, con Gigi è una cannonata»
Giraudo: «Perà adesso bisogna dirgli che si impegni per sto' corvo, perchè non si può mica andare avanti con sta testa di c...»


Conversazione su una macchina
Uomo: «Casa Agnelli buongiorno»
Moggi: «Sono Moggi buongiorno. Avrei bisogno di Nalla»
Nalla: «Ciao Luciano»
Moggi: «Io avrei bisogno in tempi rapidi perché siccome dobbiamo fare...»
Nalla: «Sì» Moggi: «Per un amico importante, di una Maserati»
Nalla: «Sì»
Moggi: «Quattroporte»
Nalla: «Quattroporte?»
Moggi: «Sì. Ti diamo tempo una settimana dieci giorni, va bene?»
Nalla: «Va bene»


Enzo: «Pronto?»
Pairetto: «Enzo?»
Enzo: «Ciao Gigi»
Pairetto: «Ascolta volevo dirti la macchina ce l’ho già praticamente»
Enzo: «Quale?»
Pairetto: «Quindi quando vogliamo andare poi a prenderla c’è a disposizione praticamente la Maserati»
Enzo: «Ma dai»
Pairetto: «Sì quindi»
Enzo: «Madonna»
Pairetto: «Adesso quando rientro domani chiamo direttamente la Casa Reale».


Mazzini su Carraro
Mazzini: «Perché questo cogl... (riferito a Carraro, ndr), ricordati che lui crede, che anche se passa così come vuole normalmente, di vincere lui. Invece devi metterglielo nel c... Ricordatelo».
Moggi:«Ooh se ti dico lasciamici parlare, poi domani io ho l’appuntamento»
Mazzini: «Va bene» (...)
Mazzini. «Venerdì vado a fare gli arbitri»
Moggi: «Venerdì vengo anch’io»
Mazzini: «Gliel’ho detto ad Anto’ e mi ha detto che non viene»
Moggi: «Lascia sta’, quello è un ambiente un po’ ibrido, meno uno ci si confonde e meglio è, e vale neppure la pena di starci alla lontana: io uno ci faccio partecipa’, o partecipo io o ci mando Alessio».

Conversazioni tra Moggi padre e figlio
Alessandro Moggi: «...io l’altro giorno, tu prendila come informazione, poi, io non lo so, mi sono rivisto con Preziosi (ex presidente del Genoa, ndr), come sempre capita»
Luciano Moggi: «Uhm»
A. Moggi: «Mi ha incominciato a fare tutto un discorso, il calcio come cambia, bisogna stare attenti di qua, di là, Carraro, Galliani, poi mi fa, non vi fidate di Montezemolo. Dico perché? Perché io ho sentito una conversazione alla Juve, vogliono fare fuori tutti, rimane solo Giraudo»
L. Moggi: «Sì, ma questa è una cazzata»
A. Moggi: «Io te lo dico come cosa, siccome molte volte Preziosi è negli ambienti di questo genere qui, lui c’è dentro»
L. Moggi: «Non c’è mai»
A. Moggi: «Bé, pa’, io te lo dico perché, insomma...»
L. Moggi: «È esattamente il contrario».
A. Moggi: «Mi ha chiamato Morabito (procuratore, ndr), in particolare Vigorelli (procuratore, ndr), per sapere se volevi fa un cambio di prestiti per pia’ Liverani»
L. Moggi: «No, no, ma perché ora lavorano per la Lazio?»
A. Moggi: «Che ne so, mi ha detto così?»
L. Moggi: «Porca miseria, da quando quello lì ha agganciato lì di sotto, mo ci voglio parla’ con quello, perché gli hanno dato Lopez e gli vogliono dare Marquez, a loro, eh?»
A. Moggi: «Eh, lo so» L. Moggi: «Quindi è sicuro che sono riusciti a entrarci poco, perché lì non è che si possa anda’ granché, almeno che Cinquini (ex d.s. Lazio, ndr) non lavori ancora con la Lazio».

Conversazione con Biscardi
Biscardi: «Pronto?»
Moggi: «Vorrei il dottor Biscardi»
Biscardi: «Sono io»
Moggi: «Io sono Moggi Luciano»
Biscardi: «Uehh... Lucia’»
Moggi: «Allora ieri ho chiamato qui il nostro amico di Trieste...Baldas (ex designatore e commentatore delle moviole del «Processo», ndr). Gli ho fatto una bella cazziata, ma non ce n’era bisogno. Lui non ha colpa» (...) Moggi: «Ma se non viene poi un cambio non prendo più nessuno, ma perché dobbiamo ammazzare il campionato?»
Biscardi: «No, tu non ammazzi un c..., magari l’ammazzavi l’anno scorso, mi dovresti da’ 40 milioni, hai fatto la scommessa con me e hai perso»
Moggi: «Aldo, ma io... sei come un orologio già assicurato, che vuoi che ti dica?»
Biscardi: «E dove sta?»
Moggi: «E lo sai che quando te lo dico...»
Biscardi: «E non lo so. Non me lo mandi mai...»
Moggi: «Ma vaff..., uno te l’ho dato costava 40 milioni»
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mercoledì, maggio 03, 2006

Via dalla Gradinata gli squadristi!



IL GIORNALE
03-05-2006

Io, nella Nord con la pauraPreziosi vaff... sì, Preziosi vaff... no.

C'è chi a quel paese, il presidente del Genoa lo ha già mandato, chi lo manderà, chi non lo farà mai ma anche chi è stato costretto a mandarcelo. Tutto questo è avvenuto ieri in gradinata Nord dove io, irriducibile tifoso rossoblù, non ho vissuto una giornata di sport. Che la tifoseria stesse covando qualche iniziativa di protesta era facilmente previdibile e tutti in torno a me lo hanno intuito fin dall'inizio. I megafoni non erano in mano agli uomini di sempre ma agli uomini più accesi della «Brigata Speloncia». Maglietta nera e cuore politicamente rosso come distintivo, braccia possenti e una buona dose di aggressività verbale subito evidente per far capire che in gradinata avrebbero comandato loro.All'inizio tutto sembrava apparentemente normale: incitamento alla squadra e i soliti cori che dovevano coprire la voce della nostra delusione repressa per tutto questo campionato di serie C. Tutto fino al momento del 2-0 quando molti, giustamente o ingiustamente, hanno incominciato ad attaccare la dirigenza di questo vecchio più che mai balordo grifone. Prima è il turno per l'ormai ex direttore generale Fabiani, poi non troppo a sorpresa, è la volta del presidente Preziosi. Un primo «Preziosi vaff...» che pesa come un macigno, che mi fa paura. Non tutti sono d'accordo: arrivano i primi fischi, non solo dai distinti ma anche da qui, dal cuore della Nord. Una Nord che ora fischia e si fischia. Ma questo gli uomini con la maglietta nera non lo hanno permesso e hanno dato vita a una sconcertante missione punitiva. Una quindicina di persone con il bicipite in prima linea e una giugulare pulsante hanno incominciato a spostarsi nella direzione dei fischi,prima lato tribuna, poi il parter, via su fino alla gradinata superiore e infine lato distinti, vicini sempre più vicini a me. E via con il solito Preziosi vaff... per controllare chi cantava, chi faceva finta, chi taceva. Nessuno stava più guardando la partita. Tutti seguivamo attentamente gli spostamenti dei nostri «leader» e stavamo attenti a non fare errori. Avevamo paura di beccarci qualche scazzottata. Il prezzo per il silenzio era incerto e siccome la paura fa novanta, quel Preziosi vaff. .. molti lo hanno dovuto cantare contro voglia. Persino due bambini vicino a me, spaventati, hanno mosso le labbra per unirsi al coro: tre uomini in nero li stavano fissando biechi, pronti alla violenza. Solo paura dove avrebbe dovuto esserci solo calcio e tifo. Molti provano a manifestare la propria libertà fischiando non appena gli intimidatori giravano le spalle a caccia di altri dissidenti. Un controllo che non ha risparmiato nessuno: anziani, signore, bambini e neppure due ragazze poco più che ventenni. Sono lì, vicino a me, hanno fischiato e per questo le hanno malmenate. Loro gridano, si dimenano, la gente vicino interviene: «Sono ragazze, lasciatele in pace!».

Ho la tessera della Nord in tasca. Quasi quasi mi chiedo perché.

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martedì, maggio 02, 2006

che Dio aiuti il Vecchio Balordo!!!


Articolo a cura di Stefano Sterbini - c1siamo.net
Tra poche ore saranno decine e decine le pagine d’inchiostro spese per crocefiggere quello o quell’altro, tra poche ore uno "tsunami" di critiche sommergerà il Vecchio Balordo un po’ perché la campagna acquisti di Gennaio ha deluso le aspettative un po' perchè Vavassori era meglio di Perotti; bene, questi sono solo discorsi che, sinceramente, preferiamo lasciare ad altri che non vogliono il bene di un Simbolo del calcio nazionale e internazionale ed è per questo che, cavalcando l’onda del discorso post-partita del Presidente Enrico Preziosi, ci adeguiamo e ci limitiamo a fare la cronaca della partita. Per inciso sottolineiamo che Preziosi ha chiesto a tutti, stampa compresa, di remare in una sola direzione e di rimandare ogni critica sul suo operato, semmai ce ne sarà bisogno, solo a giochi fatti e, cioè, quando le partite di playoff si saranno concluse; parole lucide ed equilibrate quelle del Presidente che si è fatto carico di ogni responsabilità ma che, nello stesso tempo, hanno evidenziato come a danno del Genoa si sia organizzata una crociata purificatrice che ha voluto il Grifone come unico capro espiatorio di un calcio malato che, a parer nostro e, soprattutto, viste certe ultime partite del campionato di Serie A, fa sempre più schifo. La sintesi della partita è lapidaria e dice che il Genoa, perdendo, rischia di mettere in pericolo il secondo posto e che il Cittadella, vincendo, torna clamorosamente in corsa playoff. L’incontro inizia con un Grifone arrembante alla ricerca del vantaggio; Iliev, dopo uno splendido stop, cerca la fascia sinistra e la mette in mezzo; Botta, un po’ scoordinato, non trova l’impatto vincente con il pallone. Al 5° è ancora Iliev a provare la conclusione ma il suo tiro sbilenco si trasforma in una specie di cross sul quale, seppure con qualche difficoltà, la difesa veneta ha buon gioco. Ottima la partita dei rossoblu che pressano alto e che, supportati dall’ottimo lavoro dei centrocampisti, tengono il Cittadella bloccato nella sua metà campo. Al 14 ° provano a farsi vivi i giocatori ospiti ma la mezza girata di Altinier finisce a lato; passano pochi minuti e il Grifone costruisce una spettacolare azione con uno scambio tutto di prima Rossi-Grabbi-Rossi con quest’ultimo che apre per Iliev ma la conclusione del serbo è troppo fiacca per impensierire il numero uno veneto. Trascorre quasi un altro minuto sul cronometro ed ecco che il Genoa si modella alla perfezione un’azione da manuale, peccato che il tiro conclusivo di Rossi s’infranga sui piedi del portiere. Il Genoa meriterebbe di passare ma un po’ l’imprecisione e un po’ la sfortuna impediscono ai rossoblu di liberare l’urlo di gioia. Al 22° è Iliev a depositare un pallone piuttosto lento tra le braccia dell’estremo difensore ospite. Capita così che, quando meno te l’aspetti, è proprio il Cittadella a mettere in rete con un perentorio stacco di testa di Manucci che coglie tutta la difesa genoana in piena fase REM. Il Genoa accusa il colpo e fatica ad abbozzare una reazione; l’unico brivido lo porta Ambrogioni che dalla destra mette in mezzo una palla troppo forte, Marco Rossi non controlla e l’azione sfuma. Fischio finale per un primo tempo che vede il Grifone immeritatamente in svantaggio. Il Genoa, psicologicamente ferito dall’inatteso gol veneto, non riesce a combinare più nulla e, nel giro di dieci minuti, cresce a dismisura la fiducia dei giocatori ospiti che possono approfittare delle praterie lasciate a disposizione dai ragazzi di Mister Perotti; in uno di questi giganteschi buchi s’infila l’africano Fofana che, tutto solo davanti a Scarpi, firma il suo primo gol in campionato. Il Grifone barcolla ma con volontà e con la forza della disperazione si butta in avanti nell’estremo tentativo di riaprire l’incontro; al 61° è Coppola, rientrato dopo il lungo periodo di stop, a provarci con un bel tiro da fuori area, la palla esce non di molto. Tre minuti dopo ghiotta occasione per i padroni di casa, sulle conseguenze di un corner, ma Rossi davanti al portiere non riesce a concludere con la cattiveria giusta per dare un altro po’ di pepe alla partita. Al 67° ci prova anche Rivaldo ma la conclusione, direttamente su calcio piazzato, finisce non di molto lontana dallo specchio della porta avversaria. Passa un minuto e il Cittadella legittima il risultato con un’altra pericolosa incursione di Fofana che, nonostante i crampi, stringe i denti e, con un’azione di forza, fa la barba al palo liberando un bel tiro di precisione. Al 76° i veneti sfiorano ancora la terza segnatura con una quasi chirurgica punizione di Giacobbo, pallone fuori di un niente. Mancano dodici minuti e il Vecchio Balordo, sostenuto dal commovente calore dei suoi tifosi, potrebbe riaprire i giochi; Giuntoli lanciato a rete si divora un’occasione d’oro sparando addosso al portiere. La partita si trascina stancamente alla fine e il Grifone, in confusione totale, si limita lanciare lungo nel tentativo che possa accadere qualcosa di miracoloso; il Cittadella, in pieno controllo, si limita a punzecchiare i rossoblu con i suoi micidiali contropiede. Al 92°, dopo un’altra clamorosa occasione sciupata da Ambrogioni, è lo stesso terzino genoano a infilare la porta avversaria con un secco tiro sotto la traversa; tutti si aspettano l’assalto finale nel disperato tentativo di riacciuffare il pareggio ma lo spietato cinismo del Cittadella suggerisce a Colussi il gol del 3 a 1. Il Cittadella trionfa con merito riaprendosi, con umiltà e determinazione, un varco d'accesso ai playoff, il Grifone, assieme a Società e tifosi, dovrà solo fermarsi a riflettere, raccogliere le forze e, poi, correre più veloce che mai. Nel dopo partita il Direttore Generale Fabiani ha rassegnato le dimissioni.
Stefano Sterbini
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