lunedì, maggio 15, 2006

Quando Zeman...




Zdenek Zeman, ai microfoni di Radio Centro Suono Sport, parla dello scandalo che sta travolgendo il mondo del calcio. "Moggi? Dirà che non è successo niente - ha detto il boemo - Io penso che quello che è successo basta e avanza. Non è lui che smette, devono essere gli altri a impedirgli di fare calcio. Io non mi sorprendo la situazione è gravissima. La domanda è se si vuole cambiare. Io credo di no".
Lo scandalo delle intercettazioni telefoniche non ha sorpreso il tecnico boemo, che aveva detto più volte che qualcosa, in questo sistema, non andava per il verso giusto. E la 'guerra' tra la Triade e Zeman partì molti anni fa, quando quest'ultimo iniziò a sospettare di certi meccanismi, come il 'fenomeno' doping o i favoritismi arbitrali a favore della stessa Juventus. Intervistato da Radio Centro Suono Sport, Zeman conferma di non essere affatto stupito dal terremoto che sta sconvolgendo il mondo del calcio, soprattutto nel giorno dell'interrogatorio dell'ex direttore generale del club bianconero Luciano Moggi: "Lui si andrà a difendere e dirà che non è successo niente - spiega - io penso che quello che è successo basta e avanza. Non è lui che smette, devono essere gli altri a impedirgli di fare calcio. Oggi la situazione è gravissima, bisognerebbe approfittare della situazione per cambiare, ma la domanda è se si vuole farlo. Perchè non è tanto cambiare le regole che ci sono, ma bisogna farle rispettare". A questo punto il dubbio di Zeman riguarda la volontà, da parte di tutti gli organi competenti, di voltare pagina e ripartire da zero: "Tutte le parti sono colluse con questo sistema, io ho sempre detto che il sistema non è giusto, che si sono persi tutti i valori e dalle intercettazioni che sono uscite finora c'è una conferma del mio pensiero". C'è chi vedrebbe bene il boemo sulla panchina della Nazionale italiana: "Sarebbe un onore per tutti, ma penso di non essere il più adatto - dice - ora bisogna affrontare la situazione. Lippi? Alla Domenica Sportiva io dissi che il sistema doveva cambiare e lui rispose che si doveva stare zitti. Ripeterei la stessa cosa, lui non so".
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