giovedì, settembre 21, 2006

IL TARLO CHE RODE I CACIRRO BOYS...

De cacirribus [dal muro dei grifoni]
di Elwood Blues 2006 09 21


I cacirri si sentono tanto superiori a noi e su un piedistallo tale che sentono il bisogno di inventarsi qualche cosa per controbattere questioni storiche e di tifo in modi risibili e, quindi, perfettamente compatibili con la loro condizione mentale: in riferimento a questa è notorio che il loro unico neurone si senta nella medesima situazione della particella di sodio in acqua lete, intorno a lui il nulla. Hanno tristemente iniziato a copiare i bollini delle targhe fin dalla prima era Scoglio, fino ad arrivare a fare adesivi tristissimi di risposta a nostri “simboli”o volti al tentativo di uno squallore pari solo alla loro maglia di sentirsi parte della storia di Genova o di avere comunque un riferimento alla città. Come spiegare, altrimenti, la scritta “preferisco la mussa” in risposta al nostro belin? Beh, qualcuno dovrebbe oro spiegare (e mi arrogo il diritto di farlo io..qualche buona azione aiuta a conquistare il paradiso..) che belin (la cui pronuncia del vocabolo da parte loro è del tutto particolare visto il calcare della consonante finale, indice di genovesità estrema..) non è l'organo genitale maschile e basta, come loro ritengono, bensì un intercalare caratteristico di questa nostra città che prescinde dal significato intrinseco. Il belin per il genovese è un simbolo e non è il belino con il quale Ruzzolo vi trastulla le posteriora, spacciandovi per campioni dei giocatori presi al supermercato come pacchi.
Quindi, anche la vostra risposta da genovesi purosangue deve essere intesa, vorrei sperare, in senso lato, ed avere un significato del tipo “preferisco la bugia” che, altrettanto naturalmente, deve leggersi come un rigurgito di dignità da parte vostra allorché proponete questione sul vostro legame con la città. Una mussa, appunto. E che dire del mirabile slogan che si legge sui caschi di coloro che immancabilmente viene voglia di mandare in gita laddove alle terga viene dedicata un'attenzione particolare (non certo per aver adibito il loro copricapo protettivo a latrina ambulante, anche se sarebbe già sufficiente), ma perché, sarà un caso, fanno parte della categoria degli imbranati che ogni volta o ti fanno perdere tempo o rischiano di farti imbelinare (chiedo scusa ai cacirri che non capiranno il verbo), consistente nell'intelligentissimo “se scrive zena se leze s…”. A parte la frase, coniata probabilmente scroccando qualche nozione di lingua madre da Feltrinelli durante l'ora di pranzo, nozione appresa dai vocabolari ivi esposti per la vendita, quel che fa ridere è il fatto che a questi rode il retto in modo incalcolabile per il fatto di avere un nome frutto di una sorta di crasi malriuscita dei nomi di due tristi realtà del calcio periferico ante seconda guerra mondiale. Sembra il nome di una pianta carnivora o di un vegetale (come il loro status naturale, del resto) esposto all'Euroflora e non quello di una squadra di calcio. Perfino il Trabzonspor ha un appellativo certamente meno ridicolo. E che dire della giustificazione per la loro maglia, al di là delle palesi analogie con realtà di sport certamenti diversi dall'attività pedatoria (meglio pedalatoria), che molti di loro pronunciano messi di fronte alla realtà di un accostamento di colori quantomeno azzardato. Essi dicono “è unica”, non come la vostra. Beh, sapete, è vero che la nostra vanta innumerevoli tentativi di imitazione e, quindi, è vero, non è unica. Però è anche vero che, per fare un banale esempio, se io andassi in giro con una merda in testa, sarei unico, ma non significa che sarei furbo o che la stessa costituirebbe un avanzamento dal punto di vista estetico. De gustibus non disputatur est. Scusate, cacirri, è latino, non genovese. Il vocabolario da consultare è un altro..Bene, la lunga premessa è comunque volta a chiarire lo striscione apparso ieri sul nostro campo durante la settimanale ospitata della squadra di quartiere. Non intendo rispondere allo stesso, perché non ne vale la pena, vista lapochezza delle argomentazioni, ma solo sottolineare ancora una volta la presenza nelle adipose posteriora dei pochi intimi presenti ieri allo stadio (detraiamo gli abbonamenti omaggio e i posti dei consiglieri comunali) del solito tarlo che li rode. Cri..Cri..Cri.. Mi spiace, sarete sempre ospiti, non c'è niente da fare. Andate da Ruzzolo e dal signore con le U nel cognome a farvi fare uno stadio nuovo, magari fuori dalla cinta cittadina, così, da un lato, potrete vantare la bellezza del vostro impianto, e, dall'altro, potrete risolvere finalmente un problema altrimenti irresolubile e potrete urlare a squarciagola “ Scarpino è solo blucerchiata” (come se non lo fosse già). E magari potrete coniare una nuova lingua fatta di suoni gutturali con la quale contraddistinguervi in modo da vivere, finalmente una realtà vostra. Io ve lo auguro, di cuore, ma per il momento, finché ciò non succederà, continuate così, vi prego. Siete una fonte inesauribile di divertimento. E, comunque, salutatemi il tarlo. Cri..cri..cri…

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GRANDE ELWOOD!
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2 Comments:

Anonymous ashtart said...

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