giovedì, settembre 21, 2006

GIAN PIERO GASPERINI

da il giornale
«STILE GASPERINI» ESEMPIO PER LA CITTÀ
DICHIARAZIONE
D’AMORE
Massimiliano Lussana

Lo so,ho già scritto una rticolo simile, il 29 agostoper
la precisione. Si intitolava «Un calcio ai musoni» ed
era l’elogio del calcio e dell’umanità di Gian Piero
Gasperini. Un articolo che, solo apparentemente, parlava
di sport. Ma in realtà cercava di raccontare in un modo
diverso Genova, il modo di avvicinarsi ai problemi, di approcciarsi
alla realtà,di affrontare la vita. Pensavo che Gasperini e il suo modo
divivere potessero essere un esempio
perGenova, per uscire dalle secche del mugugno fisso, dei
soliti noti che si ritrovano ovunque, di una città che si sta
suicidando e che nemmeno se ne accorge.Ilsorriso,l’assoluta mancanza di
arroganza,le buone maniere,il gioco del
calcio secondo Gasperini possono essere una metafora di
cosa può diventare questa città.Se solo lo vogliamo.
E allora che motivo c’è per tornare sull’argomento? E
perdi più all’indomani dellaprimasconfitta stagionale del
Genoa in una partita ufficiale? Il motivo è proprio questo:
la prima sconfitta.
Credo che quando si fa una dichiarazione d’amore, la si
fa per sempre.Non lasciandosi condizionare da una singola
giornata. Mia moglie mi perdonerà (spero, almeno) per
lo spericolato paragone con Gasperini:mala amo allo stesso modo se
mette i pantaloni, se indossa la gonna, se veste
in lungo da sera o se esce con una maglietta. E la amo
come e più del primo giorno che l’ho incontrata. Anche se
ovviamente capita di litigare. Mi scuso con i lettori se ho
dedicato tre righe ai fatti miei edi Loredana,ma trovo che
non ci fosse nessun altro paragone così calzante:credo che
Gasperini e quello che Gasperini rappresenta vadano amati
al di là della sconfitta del Genoa di martedì sera. Anzi, se
possibile, di più.
Perchè Gasperini ha dimostrato non solo di saper vincere,
mettendo in mostra il più bel gioco del calcio che mi
ricordi negli ultimi anni,ma anche di saper perdere.Senza
prendersela con il destino cinico e baro,conl’arbitro, con i
giornalisti cattivi,con varie ed eventuali.E il suo volto sereno,
il suo sorriso imperturbabile, la sua calma che sfodera
anche in panchina,anche durante la partita, la sua educazione
assoluta, sono certamente un valore. Per il calcio,
per il Genoae per Genova.
Certo, io sono romanista. Certo, io sono «equivicino» a
zampettoria, Genoa e spussia e spero che vincano sempre
tutte. Certo, capisco che martedì sera un tifoso rossoblù
avrebbe preferito avere tre o anche un solo punto in classifica
in più e un tecnico che fa giocare peggio la squadra o
un po’ meno sereno. Ne ho visti e sentiti alcuni, anche in
tribuna stampa,già urlare,mugugnare,dire che igiocatori
devono tirare la palla in tribuna e non attaccare fino
all’ultimo.È gente che,a mio parere,capisce poco di calcio
e pochissimo di vita; è la fotografia della vecchia Genova.
Ma il punto è proprio qui:Gasperini può essere un valore
per Genova, proprio perchè i suoi pregi vanno al di là del
calcio.Riguardano la sfera della convivenza civile,dei rapporti
umani, della voglia di cambiare situazioni incrostate
e immutabili. Anzi, «presunte immutabili», verrebbe da
dire.Visto che Gasperini,anche solo nel calcio,quelle situazioni
le ha toccate.E le ricadute benefiche sono a cascata:
sabato pomeriggio era un piacere vedere i bimbi giocare
allo stadio nello spazio appositamente studiato per loro;ed
è bello sentire anche i nuovi toni di Enrico Preziosi. Da
queste colonne ed io personalmente, non gli abbiamo mai
risparmiato nulla.Ma vederlo meno aggressivo e più dialogante,
più sorridente e meno polemico a volte a prescindere,
è un altro segno che,a Genova qualcosa sta cambiando
in meglio.
Il sorriso. Gasperini.
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