lunedì, febbraio 06, 2006

dicono di noi...

Articolo tratto da SportPeople.net
RAVENNA-GENOA:EMOZIONI DI COPPA ITALIA Guardando il tempo non avevo proprio voglia di andare a vedere la partita. Un freddo gelido, un nebbione da paura,ghiaccio lungo le strade, il risultato dell’andata talmente scontato che ero convinto dell’assenza da parte dei genoani,comunque la voglia l’ho fatta venire e sono andato. Arrivo a 5 minuti dall’inizio della gara e vedo I ragazzi della curva Mero che montano gli striscioni in campo, lo stadio praticamente vuoto se non fosse per un paio di centinaia di fedelissimi sostenitori giallo-rossi sparsi per I settori. La curva ospiti… vuota. Le squadre entrano in campo e nel silenzio più totale entrano in curva nord 3 sostenitori con uno stendardo rosso-blù; penso… però tre pazzi ci sono.Passano alcuni minuti e da dietro la curva ospiti sento partire un coro e contemporaneamente entrano nel settore tutti insieme una quarantina di ULTRAS.Dico la verità, non credevo fossero arrivati, li ho visti sistemare gli striscioni, compattarsi e subito hanno iniziato a tifare. Il primo coro è stato un doveroso “saluto” al Presidente Carraro, immediatamente applaudito dagli Ultras Ravenna. Poi è iniziato lo show, hanno alzato un bandierone ed hanno iniziato l’incitamento al grifone. Bei cori, tanta goliardia e risate a più non posso tra i partecipanti alla trasferta, un viaggio credo davvero molto bello per loro. Bellissima la canzone ripetuta più volte sulle note di “Mamma” famosissima canzone “old style” opportunamente modificata ed i cori (per me indecifrabili) in dialetto genovese. Gli inservienti dello stadio erano increduli, li sentivo commentare tra loro dell’inaspettato arrivo dei grifoni e vedevo che li guardavano con ammirazione, applaudendo addirittura alla fine del primo tempo il gesto del portiere rosso-blù che si è spogliato ed ha regalato a quei pazzi la sua maglia ed il pantaloncino.Il secondo tempo è trascorso tra le battute ed i ripetuti cori che rimbombavano nel silenzio e nella fittissima nebbia dello stadio. Alla fine della partita, dal risultato scontato (0-0) ed eliminazione dei grifoni, tutti i giovanissimi giocatori genoani hanno regalato le loro maglie ai propri sostenitori. Dalla parte opposta i ravennati, ovviamente a ranghi ridotti in considerazione delle condizioni meteo, della giornata lavorativa e dell’importanza della gara hanno fatto la loro bella figura incitando la propria squadra,cantando canzoni contro la repressione, l’immancabile “Romagna mia” e cori in ricordo di Vittorio Mero.Parlando con chi come me è malato per questo mondo si dice che ormai tutto il sistema è “alla frutta”: gruppi storici che si sciolgono, la tanto decantata mentalità latente un po’ ovunque, diffide che sterminano tutti i gruppi, Decreti Legge studiati per abbattere il sistema e chi più ne ha, più ne metta. E’ un po’ che penso a cosa possa accadere o quali potrebbero essere i modi di agire degli Ultras per combattere la repressione e cercare nuove soluzioni più incisive, ma dico la verità… sono pessimista…Poi capita di assistere ad una partita all’apparenza poco interessante e capisci che c’è qualcosa di inspiegabile dietro l’essere Ultras. Nessun tifoso da TV potrà mai capire il perché si deve seguire a tutti I costi la maglia ovunque essa sia. E’ troppo bello vantarsi di invasioni di massa o vedere la propria squadra in TV, ma il bello è proprio in queste occasioni.Al diavolo la commercializzazione delle curve, gli interessi e la voglia di facile guadagno, le lotte politiche interne alle curve; il “gusto” della trasferta, è quello che credo si debba dover riscoprire per poter tornare ai tanto amati “VECCHI TEMPI”.
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