lunedì, gennaio 23, 2006

Per non dimenticare MAI

Simone Barbaglia, l'assassino di suo figlio, non ha mai chiesto scusa a lei a sua moglie, alla sue figlie, Romima e Simona?
«Mai. Scrisse una lettere indirizzata a Claudio, pochi giorni dopo la sua morte. Era chiaramente una lettera dettata dall'avvocato, per cercare uno sconto di pena. Anche nell'ultima udienza, ha detto che si era pentito. Ma non lo ha detto a noi, non ci ha guardato negli occhi, non ci ha chiesto perdono. Ci ha voltato le spalle, ha parlato con il giudice, cercava solo un altro sconto . Nessuno ci ha mai chiesto perdono. Ricordo un episodio tristissimo, pochi giorni prima della sentenza di primo grado. Ci chiamò l'avvocato di un altro imputato, mi disse che aveva una lettera e un assegno. Era un assegno di dieci milioni. Dissi solo che i soldi non li volevo e che la lettera doveva scriverla dopo la sentenza, non prima».
Per Barbaglia una pena che lei, la sua famiglia, gli amici di Claudio, avete sempre ritenuto minima.
«E' così, quattordici anni e qualche mese. Tra un paio sarà fuori e nessuno ci restituirà più nostro figlio. Ora abbiamo avviato anche un'azione civile. Non lo facciamo per i soldi, quelli li possiamo anche dare in beneficenza. Ma vogliamo che l'assassino di nostro figlio ricordi sempre il male che ha fatto, un mese dopo l'altro, per tutta la vita».
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